Castiglione del Genovesi
Castiglione del Genovesi e San Mango Piemonte e si stendono sotto lo sguardo di un monte semplice e asciutto: il Tubenna, la cui dirupante sommità sfiora i 700 metri sul mare. Dalla sua cima lo sguardo spazia da Punta Licosa al Golfo di Salerno, sui Monti Lattari e Capri, fino alle isole d’Ischia e di Procida, con le falde quasi in acqua del Vesuvio, per chiudersi, spalle al Tirreno, sui Monti Picentini e sul Terminio Irpino..
Secondo la tradizione, Castiglione fu fondato dai profughi di Picentia quando la loro città fu distrutta dai Romani. Sul monte Tubenna, nella parte che domina Salerno ed il suo golfo, sorge l’Abbazia benedettina di Santa Maria di Tubenna, costruita probabilmente nel XII secolo sulle rovine di un preesistente tempio pagano. Il complesso monastico, soppresso nel 1848 con decreto reale, è in completo stato di abbandono. È visitabile solo la chiesa, in parte restaurata. Si tratta di un edificio a due navate, comunicanti attraverso due grandi arcate a sesto acuto molto ribassate. La navata laterale ha un ingresso proprio e presenta in fondo un altare con un affresco del XVI secolo raffigurante l’Annunciazione. Suggestiva è la chiesa di San Bernardino da Siena, risalente al ‘300, a pianta quadrata. Da visitare la Chiesa madre di San Michele Arcangelo e la chiesa del SS. Rosario, che presenta un portale romanico. Nella Cappella di San Vito sono, invece, conservati affreschi del celebre artista quattrocentesco, Giovanni Luce.
Nocciole e Castagne sono la risorsa più redditizia del territorio. Per gli appassionati di trekking vi è un interessante percorso sul monte Visciglietta, che conduce al “Pozzo di Venere”, una suggestiva voragine naturale. Altro interessante percorso quello che porta alla vetta del monte Monna.
Il piccolo centro, comune autonomo dal 1946, è noto per aver dato i natali, nel 1713, all’abate, filosofo ed economista Antonio Genovesi. Ubicata nel centro storico è la casa natale dell’abate, in cui è conservato lo studio del noto giurista. Al piano terra dell’edificio, invece, vi è la bottega di ciabattino dove lavorava il padre.
Antonio Genovesi
Antonio Genovesi vide nell’istruzione popolare un fattore determinante di progresso civile, infatti nel ‘700 la cultura era appannaggio esclusivo dell’aristocrazia e del clero. Ma la modernità di Antonio Genovesi va ben oltre: egli sostenne il primato della ragione, la necessità di studiare le scienze e l’economia. Diciottenne si innamorò di una ragazza del luogo, Angela Dragone, ma questo amore non trovò l’approvazione del severissimo genitore, che condusse immediatamente il figlio a Buccino, presso il convento dei Padri Agostiniani dove fu avviato alla vita ecclesiastica.